Stomachion

martedì 3 aprile 2018

Topolino #3253: Omaggio a Steven Spielberg e altre storie

Con ancora maggiore ritardo rispetto alla settimana scorsa, arriva l'appuntamento con Topolino, in particolare con il numero #3252, praticamente in uscita dalle edicole per essere rimpiazzato dal numero con la conclusione de L'orizzonte degli eventi. Come nelle scorse tre settimane, però, mi concentrerò sul resto del sommario, iniziando dall'avventura della serie Paperino Paperotto: La biblioteca dei fantasmi di Fausto Vitaliano e Daniela Vetro.
Dagli acchiappafantasmi agli alieni
La storia inizia con i bambini della scuola di Quack Town che raccontano di quello che sognano di fare da grandi. Tra tutti c'è il sogno del giovane Allan, che vorrebbe diventare un regista. Paperino gli fornirà la prima idea: Ghostbusters. Nella storia realizzata da Vitaliano, infatti, la vecchia biblioteca di Quack Town sembra infestata dai fantasmi e Paperino, Tom e Louis si improvviseranno acchiappa-fantasmi per catturare l'intruso. L'iconografia utilizzata da Daniela Vetro e la terminologia usata dai tre paperotti è però influenzata dalla pellicola del 1984 di Ivan Reitman, che ha peraltro influenzato almeno altre due storie disneyane di produzione italiana: Paperino acchiappafantasmi (1987) di Bruno Concina e Paolo Ongaro e Paperino e Paperoga ghostbusters (1991) di Giorgio Pezzin e Silvio Camboni, che ricalca molto più fedelmente la trama del film di Reitman rispetto alla storia di Concina e Ongaro.
Dopo la partenza da Ghostbusters, la trama si volge rapidamente verso il capolavoro di Spielberg, E.T. con una spruzzata del disneyano Wall-E. Tra l'altro il capolavoro di Spielberg è stato anche parodiato, ma sulla "sponda" topolinese, in E.B. l'extraterrestre (1983) di Frank Gordon Payne e Sergio Asteriti.
Al di là della ricchezza di spunti cinematografici de La biblioteca dei fantasmi, la storia d'apertura del numero si rivela comunque divertente e poetica.
Illusionismi
Con una storia che sembra uscire fuori dai Mercoledì di Pippo pur non avendo un Pippo scrittore, ecco che Roberto Moscato supportato dal sempre ottimo Carlo Limido, propone un'indagine atipica nel misterioso mondo dell'illusionismo. Grazie al solito baule del solito bis-bis Pippo viene scritturato come illusionista nello spettacolo del maestro Hocuspocus. A fargli da assistente (e uomo di fatica) l'amico Topolino, realizzando in questo modo il pur labile riferimento alla serie di Rudy Salvagnini e Lino Gorlero.
La storia, dal ritmo serrato, è un mix di misteri e illusioni che mette in difficoltà Topolino in maniera non banale, riuscendo a coinvolgerlo in una gag comica ricorrente che alla fine saprà volgere a suo favore.
Ritorno nel Klondike
A chiudere il numero torna Paperon de' Paperoni con L'usurpatore del Klondike, storia scritta da Vito Stabile per i disegni alla Turcone di Emilio Urbano.
La storia è l'ennesimo racconto del passato di Paperone durante la corsa all'oro, ma rispetto ad altre avventure presenta una piccola novità. Nella prima parte, infatti, Stabile sembra ispirarsi ai corti animati classici di Paperino, in particolare quelli contro animaletti di piccola staza, come Cip e Ciop, o insetti vari contro i quali ingaggia battaglie destinate sempre alla sua sconfitta. Nel caso di Paperone, però, l'avversario è un alce testardo e amante del formaggio stagionato che sembra destinato a vincere contro il non ancora ricco papero magnate, fino a che non arriva una inusitata alleanza tra i due.
La seconda parte scivola rapidamente verso il classico: una storia di ricerca dell'oro condita con la formazione di una grande amicizia tra Paperone e l'alce. Stabile, però, sembra non rinunciare a una stoccata a serie come I milioni di Paperone grazie a una brillante battuta messa in bocca a Nonna Papera. In questo caso, però, Paperone non sembra fare spalucce come al solito e anzi l'ultima e poetica pagina della storia, marchio di fabbrica del buon Vito, riconcilia il lettore con una versione del personaggio più umana e meno sopra le righe rispetto alla visione di altri autori disneyani.

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