Stomachion

domenica 3 agosto 2014

Rischio e dissesto idrogeologico in Italia


Innanzitutto per farsi un'idea del territorio italiano: L'assetto idrogeologico del territorio italiano: risorse e problematiche di M. V. Civita, febbraio 2008 (pdf)
Quindi:
Floris, M., D'Alpaos, A., De Agostini, A., Stevan, G., Tessari, G., & Genevois, R. (2012) A process-based model for the definition of hydrological alert systems in landslide risk mitigation. Natural Hazards and Earth System Science, 12(11), 3343-3357
L'articolo prova a sviluppare un modello di allerta del rischio idrogeologico in particolare per la Val di Maso. Non è un articolo accademico, ma sembra realizzato con la stessa idea di una review. Interessante come, nel finale, citi l'esistenza di leggi apposite per prevenire i rischi idrogeologici.
Durante un congresso in Austria, poi, sono stati proposti una serie di lavori, trovati via scholar, di cui un paio mi sembrano interessanti:
Flash floods along the Italian coastal areas: examples from Pozzuoli city, Campania, Italy di Esposito, Giuseppe; Grimaldi, Giuseppe; Matano, Fabio; Mazzola, Salvatore; Sacchi, Marco
dove si studiano le inondazioni a Pozzuoli, in particolare per comprendere l'interazione tra i processi idrogeologici e le modifiche apportate al territorio nelle aree urbanizzate, come i Campi Flegrei.
Current problems in communication from the weather forecast in the prevention of hydraulic and hydrogeological risk di Fazzini, Massimiliano; Vaccaro, Carmela
In questo caso mi ha colpito in particolare l'attenzione sulla scarsa attenzione (gli autori parlano addirittura di assenza) nelle scuole riguardo i rischi ambientali del territorio italiano.
Giusto per non farci mancare niente, dall'estero arriva un consiglio che forse non abbiamo recepito per nulla:
Scolobig, A., Linnerooth-Bayer, J., & Pelling, M. (2014) Drivers of transformative change in the Italian landslide risk policy. International Journal of Disaster Risk Reduction, 124-136.
Lo studio rivela la necessità critica di promuovere attivamente gli scambi tra scienziati e legislatori al fine di elaborare meglio e attuare i cambiamenti necessari nella politica disastro.
D'altra parte:
noi spesso costruiamo e ricostruiamo dove non dovremmo, e lo facciamo nel modo sbagliato

Appendice matematica:
E' possibile valutare il rischio del dissesto idrogeologico attraverso la formula: \[R_t = (E) \cdot (R_S) = (E) \cdot (H \cdot V)\] dove
  • $R_t$: Rischio totale, cioè il numero aspettato di danni relativi ad un evento catastrofico in termini di vite umane, persone ferite, danni alle proprietà ed alle attività economiche;
  • $E$ : Elementi a rischio, cioè la popolazione, le proprietà e le attività economiche potenzialmente in pericolo con riferimento a un dato fenomeno catastrofico;
  • $R_S$ : Rischio specifico, che rappresenta il grado atteso di perdite legato ad un particolare fenomeno, espresso dal prodotto di $H$ per $V$;
  • $H$: Pericolosità naturale, cioè la probabilità che un dato evento possa verificarsi in una data area in un certo periodo;
  • $V$: Vulnerabilità, che rappresenta il grado di danno atteso nei confronti di un elemento o di un insieme di elementi, espresso con una scala da 0 (nessun danno) a 1 (distruzione totale).
(dal rapporto del 1984 Landslides hazard zonation: a review of principles and practise (pdf) condotto da David Varnes per conto dell'UNESCO)
L'idea originale era quella di mettere una o due mappe, ma non ne ho trovata nessuna di abbastanza leggibile per essere chiara. Ho però trovato un articolo interessante sulla cartografia idrogeologica che segnalo per quelli che volessero approfondire anche questa direzione:
Giuseppe Capelli, Roberto Mazza (2009) Carte idrogeologiche regionali italiane. Italian Journal of Engineering Geology and Environment, 1 (53-68)

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