Stomachion

lunedì 14 novembre 2011

Tim Berners-Lee e gli albori della rete

.mau. ha ricordato un po' di tempo fa il compleanno del web (o della rete). Con questo post provo a dare il Buon compleanno alla rete e quindi, in un certo senso, a tutti quanti, lettori usuali e casuali!
Tim Berners-LeeInternet così come lo conosciamo oggi nasce nei primi anni 90 del XX secolo al CERN. Padre della rete viene considerato Tim Berners-Lee (lista delle pubblicazioni), esperto in programmi di testo, e in programmi di comunicazione e di real-time (i programmi per le chat, per intenderci). Considerato il più influente scienziato di questi tempi moderni, iniziò ad occuparsi di sistemi di ipertesto nel 1980 con lo sviluppo di Enquire per poi dare vita alla World-Wide Web Iniziative nel 1989 (il proposal originario del 1989), alla quale si unì l'anno successivo Robert Caillau. I due sono in effetti considerati i padri della struttura che, con successivi aggiornamenti, consente di scambiare informazioni sulla rete, la cui effettiva fondazione, almeno dal punto di vista scientifico, è data da un trittico tra articoli e comunicazioni a conferenze: World-Wide Web: The information universe(6), World-Wide Web: An information infrastructure for high-energy physics(7), World-Wide Web(8), con i primi due scritti insieme a Jean-François Groff e Bernd Pollerman, unitisi al team nel 1991.
Nel primo di questi tre articoli, gli autori scrivono all'inizio della sezione intitolata The Dream:
Pick up your pen, mouse, or favorite pointing device and press it on a reference in this document —perhaps to the author's name, or organization, or some related work. Suppose you are then directly presented with the background material —other papers, the author's coordinates, the organization's address, and its entire telephone directory. Suppose each of these documents has the same property of being linked to other original documents all over the world. You would have at your fingertips all you need to know about electronic publishing, highenergy physics, or for that matter, Asian culture. If you are reading this article on paper, you can only dream, but read on.
La costruzione del sogno di Berners-Lee e soci parte da lontano, da uno storico articolo di Vannevar Bush, As we may think(1) dove l'inventore statunitense pose le basi per la costruzione di una rete tra scienziati attraverso quelli che oggi sono noti come ipertesti. La strada verso questo sistema di produzione dei documenti vede tra i protagonisti anche Douglas Engelbart(2), altro inventore statunitense, di origine scandinava, che sviluppò proprio gli ipertesti e le reti di computer, oltre ad essere uno dei precursori nello sviluppo delle interfacce grafiche per i software. La palla, dopo Bush ed Engelbart, passa quindi al CERN, a Berners-Lee, Caillau e collaboratori.
La struttura che il gruppo del CERN ha sviluppato è quella su cui si basa l'attuale internet, e la società o fondazione alla base dello sviluppo dei protocolli e dei linguaggi di markup, il W3 è oggi il W3C, World Wide Web Consortium. Il modello su cui si basa il progetto di Berners-Lee è schematizzato in questo modo:
Dei cinque punti contenuti nella primissima definizione del modello W3 vorrei evidenziarne un paio:
  • Indexes are documents, and so may themselves be found by searches and/or following links. An index is represented to the user by a "cover page" that describes the data indexed and the properties of the search engine.
  • The documents in the web do not have to exist as files; they can be "virtual" documents generated by a server in response to a query or document name. They can therefore represent views of databases, or snapshots of changing data (such as the weather forecasts, financial information, etc.).
In un certo senso questa strutturazione della rete sembra rispondere alle esigenze degli scienziati di costruire documenti molto più completi e semplicemente connessi uno con l'altro. Per costruire una architettura di questo genere è necessario sviluppare tre punti chiave:
  • a common naming scheme for documents
  • common network access protocols
  • common data formats for hypertext
Non è un caso che siano ancora oggi questi i tre elementi che il W3C e gli sviluppatori del web cercano ogni giorno di migliorare.
D'altra parte l'attuale tendenza alla condivisione, che viene forse anche troppo esaltata dagli attuali social network, criticati dallo stesso Berners-Lee, era importante già agli albori della rete:
These architectures have assumed that users share a common application program running on computers (often of the same type) that share a common file system.
Questa architettura si basa su due protocolli, l'FTP (File Transfer Protocol), che consente l'accesso agli archivi web e il caricamento e lo scaricamento dei documenti(3, 6); e l'NNTP (Network News Transfer Protocol), ovvero il protocollo per l'accesso ai newsgroup e alla lettura delle news(4, 6). Un altro protocollo importante è sicuramente l'HTTP (HyperText Transfer Protocol), che serve per recuperare una qualunque informazione, non necessariamente ipertestuale, alla velocità di un collegamento ipertestuale(5, 7).
Altri protocolli alternativi nonstandard sono WAIS (Wide Area Information Server) e l'Internet Gopher, il primo per effettuare le ricerche sui server(7), il secondo fornisce un servizio di informazione distribuita costituito da menu e file interconnessi tra loro(7).
Costruita la rete, bisogna a questo punto definire i suoi documenti e come scriverli per rendere i processi di indicizzazione, ricerca, classificazione e stesura siano i più semplici e veloci possibili. Partendo dall'SGML viene sviluppato l'HTML (HyperText Markup Language), uno schema di etichettatura (tagging) in cui ogni parte del documento viene racchiusa da tag opportuni che definiscono ogni parte del documento, sia quelle visibili al lettore sia quelle non visibili. Con la stessa filosofia del TeX, che infatti è uno dei riferimenti per la tipologia dei documenti del gruppo di Berners-Lee(8), si suddivide quindi il documento in una sorta di preambolo, dove vengono caricate tutte le informazioni per indicizzare e visualizzare il documento, mentre le informazioni visualizzate dai browser vengono classificate secondo alcuni tag detti di formattazione, che definiscono paragrafi, tabelle, elenchi, menu.
La scrittura ipertestuale si trova poi in una posizione di vantaggio rispetto a quella usuale. Non solo la sua potenza è evidente quando i lettori hanno la possibilità di creare link, ma soprattutto ci sono tre evidenti vantaggi(7):
  • One never needs to write something twice, or copy it, as a reference will do just as well;
  • Because data is not copied, it is less likely to be out of date;
  • One can represent one's own view of the world, and connect it to other people's data.
Tutto questo per rendere più semplice la discussione e la diffusione delle informazioni scientifiche, in particolare nel mondo delle alte energie. Un mondo in cui
Authors can create documents by simply typing files (in plain text, using hypertext SGML markup or a W3 editor) and linking them into the Web.(8)
L'intero sistema, infine, provato all'inizio semplicemente al CERN, è stato testato sulle macchine NEXT, con il sistema operativo grafico NEXT-Step(6), il progetto sviluppato da Steve Jobs durante il suo lungo periodo lontano dalla Apple.
(1) Sulla Wiki, in italiano e in inglese (1945)
(2) Douglas Engelbart. Augmenting Human Intellect: A Conceptual Framework (1962)
(3) J. Postel, J. Reynolds. File Transfer Protocol (1985)
(4) Kantor, Brian e Phil Lapsley. Network News Transfer Protocol: A Proposed Standard for the Stream-Based Transmission of News (1986)
(5) Tim Berners-Lee. The Original HTTP as defined in 1991
(6) Berners-Lee, T., Cailliau, R., Groff, J., & Pollermann, B. (1992). World-Wide Web: The Information Universe Internet Research, 2 (1), 52-58 DOI: 10.1108/eb047254 (pdf)
(7) T.J. Berners-Lee, R. Cailliau, J.-F. Groff, B. Pollermann (1992). World-Wide Web: An Information Infrastructure for High-Energy Physics. New Computing Techniques in Physics Research, 157-164
(8) Tim Berners-Lee, Robert Cailliau (1992). World-Wide Web. Computing in High Energy Physics

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