Stomachion

martedì 16 giugno 2009

Il primo e forse l'ultimo numero

Più riguardo a Come uccidere il dragoE mi riferisco al primo e forse ultimo numero di Come uccidere il drago, adattamento di Eriko Kato dell'omonimo fantasy nipponico di Tokio Tsumori. E non intendo che il primo numero è anche l'ultimo della serie, intendo che molto probabilmente il primo numero è anche l'ultimo da me preso. Vediamo perché, iniziando da ciò che attira nel manga:
Innanzitutto la storia: il mondo fantastico in cui è ambientato è stato, per anni, la patria di uomini e creature mitologiche, fino a che i rispettivi regnanti non decisero di separare i due mondi, constatando che era pericoloso per entrambe l'equilibrio di entrambe le razze. Purtroppo gli uomini, per loro natura irrequieti, continuarono a farsi la guerra, nonostante un primo periodo di pace: ciò rese l'equilibrio tra i due mondi molto flebile, e così nel periodo in cui la storia è ambientata molte creature mitologiche sono entrate nel mondo degli uomini. Molti, sono, quindi i mercenari che riuniti al castello del re degli uomini per un torneo, si preparano per creare una compagnia e sconfiggere le creature mitologiche, uccidendole o ricacciandole nel loro mondo.
Prima di proseguire con altri dettagli sulla storia, passiamo ai disegni: la Kato è evidentemente una seguace delle CLAMP, il gruppo di mangaka molto apprezzate per le loro opere non solo dal pubblico femminile, pubblico cui si rivolgono in partenza con i loro shoio, ma anche da quello maschile, soprattutto (e qui parlo per lettura personale, in questo caso di RG-Veda) per i rimandi tradizionali e culturali dei loro manga. In questo caso, visto che l'opera è tratta da un romanzo, il manga dovrebbe essere di buona fattura. Dovrebbe.
Vediamo ciò che non sembra andare:
Innanzitutto è abbastanza evidente, durante tutta la lettura, che questo fantasy manga è in realtà uno shoio fantasy manga: molti i ti amo sparsi qua e la dal discendente del primo re delle creature mitologiche al discendente della prima regina degli uomini, un cavaliere dall'oscuro e terribile passato. Leggendo, però, i redazionali, la trasposizione dell'opera, rispetto al romanzo, ha virato un po' più sullo shoio rispetto, probabilmente, alle intenzioni iniziali: molti dei personaggi definitivi, confrontati con gli schizzi preparatori, risultano più giovani rispetto alla prima elaborazione, con quest'ultima che sembra graficamente più efficace della versione definitiva.
Unico rammarico è quello di non poter confrontare questa trasposizione con l'opera originale: ciò avrebbe consentito non solo di capire quanto shoio fosse il romanzo originale, ma anche fatto capire se alcuni degli elementi positivi del manga stesso sono tali perché coerenti con il romanzo stesso. Sto pensando alla caratterizzazione dei due personaggi principali, Ulanborg e Archangel, ma anche all'idea che dietro questa invasione di creature mitologiche ci sia un oscuro e potente mago. E sarebbe anche interessante come nel romanzo si sia costituita la compagnia di Ulanborg, l'ultimo re dragone: nel manga è decisamente troppo veloce e poco approfondita.
Mi dispiace un po' parlar male di un nuovo fumetto sin dal primo numero, anche se credo possa comunque piacere al pubblico femminile, più difficilmente a quello maschile e/o appassionato di fantasy.

Nessun commento:

Posta un commento