Stomachion

venerdì 30 gennaio 2009

Di spartani, disabili e grandi fratelli

La puntata di domenica dell'Arena, la trasmissione domenicale di Giletti (tempo fa ne sbagliai il titolo: me ne scuso) mi ha dato uno spunto interessante: in questa trasmissione, infatti, partita dalla discussione sul principe Emanuele Filiberto alla trasmissione di successo Ballando con le stelle (mi chiedo, a tal proposito: ma fanno tutti successo il sabato sera? Ricordo che su Canale 5 c'è l'altra trasmissione di successo, La corrida), ha finito per arrivare su una discussione su Annalisa Minetti, la cantante ceca, e le sue difficoltà nel mondo dello spettacolo. La brava artista, che meriterebbe una pubblicità maggiore (se cantasse in inglese, farebbe un successo di livello mondiale ben superiore a quello della ben nota Laura Pausini), ha cercato, almeno fino a che ho visto la trasmissione, di portare la discussione verso la disabilità in generale (pomo della discordia, la presenza di un disabile al Grande Fratello).
Ed ecco accendersi la lampadina: nel famoso 300 di Frank Miller (sia il fumetto, sia il film), il cartoonist statunitense pone l'accento sul traditore spartano, rappresentato come un reietto della sua società a causa di evidenti disabilità. Miller descrive una società perfetta che però non riesce ad accogliere ciò che non lo è secondo i propri canoni. D'altra parte, invece, in Treciento di Leonardo Ortolani, la sua parodia alla graphic novel di Miller, il nostro è riuscito non solo a realizzare un prodotto tecnicamente all'altezza, una spassosa parodia che prende in giro l'opera del maestro, ma anche un riscatto di tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, sono emarginati dalla società.
Una bella prova, un bel messaggio in una società così discriminante come la nostra: chiunque riesce a recuperare questa storia, farà solo metà del suo dovere di bravo fumettofilo.

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