Stomachion

sabato 12 luglio 2008

E' chiaro che nessuna creatura potrebbe viverci!

E' quanto dicono i paperini di fronte a degli strani asteroidi scolpiti e quello che dicono gli abitanti di quegli stessi asteroidi di fronte all'astronave dei paperi in Zio Paperone e l'isola nel cielo del Maestro Carl Barks.
La fantascienza non è un banale genere di intrattenimento. In ogni romanzo di tal genere è presente, in maniera più o meno superficiale, una critica alla società, alla politica, al costume. Lo sa bene, ad esempio, Will Eisner, che ha realizzato una splendida storia quasi fantascientifica in Vita su un altro pianeta (dove esplora le conseguenze sulla Terra di un presunto contatto con gli alieni), e lo sa ancora meglio l'insuperabile Barks. Come già ho avuto modo di dire ne La luna a 24 carati, Barks utilizza le storie di ampio respiro, e in particolare quelle di fs, per proporre le sue idee sulla società moderna.
L'avventura inizia con la solita ricerca di Paperone di un posto sicuro dove stipare il suo denaro, mentre Paperopoli viene tratteggiata come vera e propria Città del Domani, con futuristici mezzi che viaggiano tra i suoi alti grattacieli, e con le sue astronavi che solcano lo spazio tutte ispirate, per stessa ammissione dell'autore, a quelle di Buck Rogers. Il viaggio spaziale dei paperi li porterà ad incontrare, su uno spoglio e sperduto asteroide, un popolo di indiani spaziali che ricordano fortemente gli Indiani paperuti dell'omonima avventura: è a questo punto che Barks inserisce il suo messaggio sociale, chiarificato dallo stesso cartoonist parlando della sua storia:
(...) una delle cause dei problemi della nostra società è che chi non ha niente ha grande difficoltà a ottenere qualcosa. Questo qualcosa può anche passargli davanti a bordo di grosse Cadillac, ma non può averlo perché c'è una specie di barriera che gli impedisce di arrivarci.
E questa barriera viene superata proprio da Paperone, che sacrifica parte del suo carburante per tendere una fune di appena 300 metri tra l'asteroide degli indiani e il pianeta verde e lussureggiante intorno al quale l'asteroide orbita, e questo perché, come nota Paperone:
Questo è il supplizio di Tantalo! Vivere davanti a tutta quell'abbondanza, e dover mangiare solo uova!
E la sua decisione è pragmatica, come solo lui è in grado di prenderla, anche perché le sue ricchezze ben poco potrebbero offrire loro: in fondo la possibilità di cancellare un debito, o offrire denaro per lo sviluppo, almeno nel nostro mondo socialmente ingiusto, si sa dove andrà a finire: nelle tasche di governi corrotti, generali di eserciti mercenari, tiranni ricchi e beati nel loro lusso, gente intoccabile (chissà se avranno effetto le sanzioni sullo Zimbabwe recentemente proposte dal G8 e che dovrebbero, il condizionale è d'obbligo, colpire il ricco reggente Mugabe?). In questa nostra società sembra che il debito dei (molti) poveri (decisamente in aumento) è guadagno per i (pochi) ricchi (in diminuzione), che probabilmente ancora pensano che con questo sistema socio-economico si possa salvare capra e cavoli (pensate un po': il G8 vorrebbe far aumentare la produzione del petrolio, una risorsa a termine già adesso, senza indicare cosa utilizzare in alternativa quando questo combustibile fossile finirà!).

Nessun commento:

Posta un commento