Stomachion

venerdì 2 maggio 2008

Il filo di perle

Immagine di Sweeney ToddTim Burton e Johnny Depp in un certo senso chiudono un cerchio: partono da Edward mani di forbice, in cui il protagonista della favola dark di Burton ha delle lame al posto delle mani che creano a lui e a chi gli sta vicino involontari problemi, fino ad arrivare a Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street dove il protagonista utilizza le lame da barbiere per uccidere volontariamente e vendicarsi, in maniera folle, contro la società i cui sistemi gli hanno strappato l'adorata moglie. In effetti Burton si ispira all'omonimo musical teatrale di Sondheim e Wheeler, realizzando un musical, ma anche una piccola opera d'arte visiva e visionaria (basti vedere la scena finale), mentre una serie di romanzi d'appendice apparsi sul finire del 1800 si ispirano alla vicenda reale di tale Sweeney Todd, uno dei primi serial killer della storia, barbiere e assassino, che ben lungi dall'essere un uomo che ha perso la ragione, è in realtà un'avida persona alla ricerca di nuove ricchezze.
Il romanzo proposto dalla Newton Compton, uscito originariamente su rivista con un titolo che può essere tradotto come Il filo di perle o Il regalo del marinaio, in effetti traccia una versione di Todd metaforicamente brutta e crudele, affiancandogli una signora Lovett quasi sensuale, ma al tempo stesso terribile e misteriosa, che si scopre, come nella realtà, ha realizzato un accordo con il barbiere per avere una fornitura di carne umana per i suoi pasticci. In effetti il romanzo è tipicamente d'appendice, un giallo piuttosto che un gotico (come classificato dai curatori dell'edizione italiana), con alcune spruzzate di humor tipicamente inglese, con personaggi forti e non tradizionalisti, come una Johanna abbastanza femminista, o una Lovett che, pur se non molto approfondita (e questo è un vero peccato!), risulta comunque un personaggio forte all'interno della vicenda. Il tutto concluso da un'appendice storica sul vero caso di Sweeney Todd e i suoi oltre 160 omicidi, una delle parti più interessanti del libro, che però presenta alcuni difetti imputabili, evidentemente, ad una non corretta revisione del materiale di stampa.

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